Tra quelli che possiamo definire come i due estremi della salute mentale – il benessere mentale e il disturbo psichico possiamo trovare un continuum caratterizzato da inquietudine, malumore, insoddisfazione e negatività ricorrenti che perdura a lungo e silenziosamente prima di sfociare della psicopatologia vera e propria. Si tratta di condizioni che, al principio non destano particolare allarme in quanto non correlate a sintomi specifici e perché non compromettono, apparentemente, il funzionamento psico-sociale della persona
Spesso dall’insorgere di un disturbo psichico alla richiesta di aiuto passa un lasso di tempo entro il quale il problema che affligge la persona influisce percettibilmente nella conduzione della sua vita quotidiana fino ad arrivare all’invalidazione di aree specifiche del vivere. La capacità di risanarsi autonomamente è la spinta vitale più potente che la persona ha in sé per se stessa e verso le relazioni significative della sua vita, ma cosa accade quando questa fallisce?
Nella gran parte dei casi, la presenza di questi malesseri spinge le persone a chiedere l’aiuto di uno specialista. Ma a chi rivolgersi in quella che sembra una giungla di termini che sembrano riferirsi tutti alla stessa cosa? Cerchiamo di fare un po’ di chiarezza, almeno tra te termini che sono diventati di uso comune e che spesso tendono ad essere confusi tra loro.
La prima distinzione che è necessario fare è tra psicologo1e psicoterapeuta2. Il primo può fare diagnosi, valutazioni, interventi di prevenzione in campo sociale. Il secondo, è colui che aiuta la persona si occupa di problemi di origine esistenziale (fobie, lutti, separazioni, , ecc.) o psicopatologie (disturbi d’ansia, attacchi di panico, depressione, ecc.) Non utilizza farmaci, benché possa prevedere la combinazione di psicoterapia e psicofarmacologia.
La psicoterapia può essere definita, quindi, come un sistema di cura fondato sull’impiego di mezzi psichici conseguiti nell’ambito del rapporto di interazione terapeuta-paziente e diretti essenzialmente a ricostituire o rafforzare l’efficienza funzionale della personalità.
Ma cosa significa tutto ciò? Il termine Psicoterapia viene dal greco (anima) e (cura): la psicoterapia potrebbe così essere definita come un percorso, che ha lo scopo di migliorare la qualità di qualche aspetto della vita quotidiana o di sostenere la persona nell’affrontare il disagio psicologico.
La differenza tra gli psicoterapeuti sta nella loro formazione in modelli diversi che conducono a terapie con tempi ed esiti estremamente differenti. Per fare qualche esempio3, esistono diversi modelli teorici: quello psicodinamico, quello cognitivo-comportamentale, quello della Gestalt, l’Analisi Transazionale, la terapia Sistemica, ecc4.
Quello che accomuna tutti gli approcci è il rapporto fra terapeuta e paziente: potremmo dire che mentre il secondo guida la terapia, il primo guida il paziente cliente attraverso i processi che costituiscono i passi del percorso, tarando il proprio intervento sulla realtà del paziente.
Vediamo poi le altre figure professionali che si occupano di salute mentale:
Lo Psichiatra è un laureato in Medicina e Chirurgia con specializzazione post-lauream in Psichiatria, quindi è prima di tutto un medico: può prescrivere farmaci generici e/o psicofarmaci con regolare ricetta medica e richiedere e valutare esami clinici (come l’elettroencefalogramma, la TAC, la Risonanza magnetica ecc.). Lo Psichiatra, poi, è abilitato – previa richiesta formale di annotazione in apposito elenco presso il proprio Ordine Provinciale di riferimento – all’esercizio della Psicoterapia, differentemente dagli Psicologi che, come abbiamo visto prima, devono ottenere una specializzazione specifica.
La psichiatria, quindi è quella branca della medicina che si occupa dello studio, della prevenzione, della cura e della riabilitazione dei disturbi mentali. In particolare, rispetto alla psicologia, la psichiatria è maggiormente orientata verso l’identificazione del disturbo mentale come derivante da un funzionamento anomalo a livello fisiologico del sistema nervoso centrale seguendo una prassi od ottica strettamente scientifico-materialista, oltre alla possibilità di intervento di tipo farmacologico.
Il Neuropsichiatra Infantile, infine, è un laureato in Medicina e Chirurgia, con una specializzazione post-lauream in Neuropsichiatria infantile che si occupa dello sviluppo neuropsichico e dei suoi disturbi, neurologici e psichici, nell’età fra zero e diciotto anni.
A partire dagli anni ’70, infatti, lo sviluppo di nuovi approcci in psichiatria, ha dato vita, nel settore infanzia e adolescenza, ad un movimento per l’integrazione nelle scuole di quei soggetti che, prima, erano inseriti invece in classi o istituti differenziali. In particolare, la Legge 104 del 1992 sui diritti delle persone con disabilità ha influenzato l’operatività dei neuropsichiatri infantili, specialmente nei servizi territoriali, in un lavoro strettamente collegato a figure professionali non mediche, come psicologi, infermieri, logopedisti, fisioterapisti, assistenti sociali, educatori professionali, oltre che insegnanti curricolari e di sostegno.
Bibliografia
Adamo S. M. G. (a cura di) (1990): Un breve viaggio nella propria mente. Consultazioni psicoanalitiche con adolescenti Liguori Ed.
Arieti S. (a cura di) (1985): Manuale di psichiatria, 7a ed., Torino, Bollati Boringhieri, 1985
Dizionario Garzanti della lingua italiana
Valerio P. (1993): Il counselling psicologico per studenti universitati in Fischetti R, Milana F. (a cura di) Lo psicoterapeuta edi i suoi sistemi di riferimento impliciti ed espliciti Quinto di Treviso: Pagus Ed.
1Per esercitare la professione di psicologo è necessaria una laurea in Psicologia, un Tirocinio Formativo della durata di un anno effettuato con la supervisione di un tutor professionista iscritto all’Ordine Nazionale degli Psicologi Italiani e il superamento dell’Esame di Stato che consente l’iscrizione all’Albo degli Psicologi della Regione di appartenenza, obbligatoria per esercitare.
2:Lo psicoterapeuta è un laureato in psicologia o in medicina, con una specializzazione di almeno quattro anni in una Scuola riconosciuta ufficialmente dallo Stato Italiano.
3 Tratteremo in seguito più approfonditamente le differenze tra i diversi modelli di psicoterapia.
4 Per una trattazione più specifica si rimanda all’articolo dedicato ai diversi modelli di riferimento.